Pubblicato in: Il viaggio di Giovanni

Da Tankavaara a Capo Nord

Museo dell'oro. Lago Inari. Passaggio fra i tunturi. Il parlamento lappone. Arriviamo sull'oceano Artico e infine a Capo Nord: la meta (e la metà) della nostra gita.
di Giovanni Sonego 23 giugno 2007

25 giugno

Riprendiamo la strada dirigendoci verso Ivalo, ma fatti pochi chilometri ci fermiamo a Tankavaara, per visitare il museo dell’oro. Nella zona c’è parecchio oro e all’inizio del ‘900 c’è stata anche da queste parti una piccola corsa all’oro. I cercatori ci sono anche oggi, ma nessuno pensa più di diventare ricco così. E’ più che altro un hobby e un sistema per mantenere il ricordo dell’attività tradizionale della zona.

 

A Tankavaara, c’è un museo dell’oro che spiega i metodi di estrazione, la vita dei minatori. Ci sono riproduzioni in grandezza 1:1 di famose pepite, la storia dell’oro nei secoli e nel mondo ecc. ecc. Ma quello che ci attira è la possibilità di provare ad estrarre anche noi un po’ d’oro dalla terra, usando il metodo del lavaggio. Io, Silvia e Francesco ci proviamo (le due figlie invece rimangono in camper, disgraziate!). E’ un lavoro massacrante e indecente: con i piedi in ammollo (i miei stivali non tengono), con un padellone in mano e chini per un sacco di tempo, veniamo divorati dalle zanzare che qui abbondano. Non troviamo praticamente niente. La Silvia trova una minuscolissima pagliuzza, che viene incollata su un cartoncino nero altrimenti non riusciremmo neppure a vederla. Comunque provare è una bella esperienza e fa capire come s’ammazzavano di fatica i cercatori, illusi dal miraggio di un guadagno facile.

 Donna Lappone in Bicicletta

Arriviamo a IVALO. Pranziamo in un parcheggio di un supermercato dove ci riforniamo di cibi locali come le polpette di renna. Vediamo la prima lappone, vestita da Lappone, ma non guida una motoslitta, non conduce una mandria di renne: spinge una biciclietta. Poi, proseguendo per Inari, ci fermiamo in un “supermercato del souvenir”. Volendo comprare “artigianato lappone” conviene farlo qui, finchè siamo ancora in Finlandia. Una volta passato il confine con la Norvegia i prezzi triplicano. Almeno così dicono le guide turistiche. Anche noi compriamo qualche puttanata e dello stufato di renna in scatola.

 

Proseguiamo prestando attenzione alle renne che ogni tanto decidono di attraversare la strada e, dopo pochi chilometri, vediamo un catello: “Veduta panoramica”. Deviamo prontamente. La Finlandia è la terra dei 1000 laghi, ma è piuttosto piatta e, se non si sale un po’ in alto, non si riesce neache a percepire come sono fatti ‘sti laghi. Una salita del 20% ci porta in questo posto, una specie di rifugio. Non si vede nulla, perché, per vedere il panorama bisogna proseguire a piedi, dopo aver pagato un biglietto d’ingresso  (8 €). Tra il parcheggio il bar con panorama un percorso di “vita lappone”: l’estrazione del tannino, la caccia, la tenda, la lavorazione del legno, la pesca e coì via. Niente di che, ma bisogna pure giustificare il prezzo del biglietto. Arriviamo al bar, e il panorama sul lago è veramente stupendo. La forma del lago è irregolare, e dall’alto si vedono le insenature, le isolette, gli scogli. Dal basso non avremmo percepito la complessità del lago. Il bar ha al suo interno un piccolo museo lappone. Interessante la bacheca con le cacche degli animali caratteristici della zona.

 

Proseguiamo ancora verso la Norvegia. Il paesaggio è brullo, ma la strada è divertente. E’ drittissima, senza neanche una curva, ma in compenso è un continuo saliscendi che segue l’ondulatura del terreno. Si va in salita, si scollina, e poi come in un ottovolante, si precipita velocemente verso il basso, da dove si risale, si arriva calando gradatamente di velocità, fino alla prossima inversione di pendenza. Una figata. Tutto intorno il deserto. Non ci sono segni di presenza umana. In lontananza si vede qualche “tunturi”, cioè le colline tondeggianti che si staccano dal piano, tipiche di questa zona.

 

Arriviamo alla frontiera e facciamo una breve sosta a Karigasniemi, fermandoci in un piccolo bar di confine, dove incontriamo dei finlandesi ubriachi (“italia merda” ci dice uno quando gli diciamo da dove veniamo). Di solito i finlandesi sono simpatici e accoglienti, ma questo qui è vagamente minaccioso, anche se fatica a reggersi in piedi. Il gestore del bar lo riprende con fermezza.

 

Siamo finalmente in Norvegia e proseguiamo verso Karasjok, la capitale dei Lapponi di Norvegia. Come abbiamo passato il confine il paesaggio è cambiato (non l’avrei mai creduto, me è proprio diverso). In finlandia si aveva la netta sensazione di essere in un ambiente estremo, ai confini del mondo. Qui, in Norvegia, sembra di stare in un posto molto più temperato. Arriviamo a Karasjok verso le 19.00. E’ domenica ed è tardi, perciò non possiamo visitare il centro visita della lapponia neanche il parlamento lappone (costruito come una tenda lappone con recinto per le renne).

 

Dopo Karasjok proseguiamo ancora, verso nord. Dopo poco vediamo in lontananza le prime montagne, inesistenti in Finlandia. A Lakselv facciamo il pieno e iniziamo il tratto finale verso Capo Nord. Vogliamo arrivare a mezzanotte! Il paesaggio è tornato di nuovo ad essere “estremo”, d’altro canto stiamo o non stiamo costeggiando l’Oceano Artico? Ormai manca poco a capo nord. Il paesaggio è fantastico. Una stran bassa marea rende lunare la spiaggia. Vediamo i primi essiccatoi di merluzzi. La giornata è piena di sole (pare che capiti raramente, siamo fortunati). Ci fermiamo di tanto in tanto a scattare qualche foto, ma vogliamo vedere, dalla famosa scogliera, il sole di mezzanotte fermo sopra l’oceano.

   

 

 

Non ci sono più i traghetti che ci portano sull’isola dove si trova Capo Nord (ebbene sì Capo Nord è su un’isola), ma c’è un tunnel. Grande opera tecnologica, ma un po’ costosa (560 NOK) che dovremmo pagare anche al ritorno. Costa così tanto perchè il camper supera i 6 metri. Ci sono delle righe per terra e non si sfugge. E poi, ‘sti maledetti, mettono il pedaggio DOPO il tunnel.

 

Sulla strada per il capo una bellissima volpe ci ha attraversato la strada, fermandosi e controllando che fossimo distanti, prima di passare davanti a noi e proseguire in mezzo alla tundra.

 

 

Per entrare a capo nord si paga. Se fossimo arrivati prima, avremmo piazzato il camper un po’ prima e avremmo proseguito a piedi, ma non conosciamo il posto e mancano pochi minuti alla mezzanotte. Perciò senza troppe storie entriamo nel piazzale a pagamento: una distesa di camper!

E via di corsa, verso lo sperone roccioso dove c’è una gran folla tutti pronti a fare la foto di rito! Ce l’abbiamo fatta. Siamo arrivati per mezzanotte. Però, un momento, siamo rientrati in Norvegia. Questa mezzanotte, in realtà è una mezzanotte dell’ora legale. Quindi, in realtà, è come ora solare sono le 11. Per il vero sole di mezzanotte c’è ancora tempo. Ad essere precisi, bisognerebbe sapere anche a che longitudine ci troviamo per determinare quando sarà veramente la mezzanotte di questo posto. Beh, immmagino che troveremo qualche stringata spiegazione di geografia astronomica all’interno (e invece no, in tutta la mastodontica costruzione Nordkapp Hall, costruita apposta per accogliere i turisti, non c’è nulla che dia qualche dritta di geografia astronomica, una vergogna!). Perciò privi di questo supporto, una gran parte dei turisti, a mezzanotte e venti, cominca ad andarsene. Tanta fatica per vedere il sole delle 11 – 11.15! Qualcuno a dire il vero dice: “Ma secondo me sta ancora scendendo”. Qualcun altro risponde: “No, no, non vedi che è più alto di prima!?”. “Ho una bussola, guarda il nord è lì e quindi finchè non arriva lì, non è arrivato sul punto più basso”. “Si’, ma hai tenuto conto della declinazione magnetica?” “Guarda il riflesso, prima era più lungo, adesso è più corto, quindi sta risalendo” e così via.  Un giapponese ci chiede “Dov’è il sole?”. Effettivamente c’è un grosso punto luminoso nell’acqua, ma il sole non è lì, è molto più in alto dietro alcune nuvole. Il dubbio può venire.

 

Controlliamo con una bussola

 

Siamo comunque fortunati. Una buona parte delle persone che sono giunte fino a Capo Nord, il sole non l’hanno proprio visto, per il maltemo. Alcuni non hanno nemmeno visto Capo Nord, cioè il promontorio rocccioso, dalla gran nebbia che c’era. Noi, invece, abbiamo avuto una giornata splendida e con panorami spettacolari.

 

Dopo un po’, comunque, abbiamo visto abbastanza il sole di mezzanotte (o giù di lì) e visitiamo il film panoramico, la Hall, il monumento ai bambini del mondo, e la cappella tailandese. Sì perchè a Capo Nord, non ci sono le spiegazioni astronomiche ma c’è una cappella tailandese dono di un qualche re che venne in visita. Strane cose che ci confondono. E ben confusi, verso el 3 di questa giornata ultralunga andiamo a dormire.

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